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Autostima, significato psicologico e modi per migliorarla

Aggiornamento: 12 dic 2023


una donna con buona autostima sicura di sè

Tutti pensiamo di conoscere il senso di questo termine, ma siamo proprio sicuri di sapere cosa sia davvero l'autostima e il suo significato psicologico?

Spesso il concetto di autostima viene associato a quella voce interiore che ci dice se siamo bravi oppure no a fare qualcosa, ma è davvero questo il suo significato o c’è anche dell’altro?

Oggi grazie a quest’articolo potrai scoprirlo, comprendere il livello della tua autostima e quali modi possono aiutarti a migliorarla se è a zero.


Qui di seguito trovi la scaletta di tutti gli argomenti che affronterò:



Cos’è l’autostima

L’autostima in psicologia è la valutazione e il sentimento che ogni persona ha di sé stessa, quindi quanto senti di valere e quanta stima hai di te.

Coinvolge diversi aspetti che si hanno di sé: il proprio aspetto fisico, i propri pensieri e i comportamenti che si adottano in determinate situazioni, secondo dei parametri del tutto personali.


Perché è importante l’autostima?

L’autostima ha un’enorme importanza all’interno delle vite di ognuno di noi.

Avere un buon livello di autostima, ci permette di relazionarci agli altri senza alcun timore e di evitare che qualcun altro ci sminuisca perché siamo ben consapevoli di chi siamo, quanto valiamo e quali sono le nostre capacità.

Inoltre serve a porci degli obiettivi e a credere nei nostri progetti, anche ambiziosi.

Al contrario, avere problemi di scarsa o alta autostima, va a minare non solo la nostra qualità di vita ma anche il rapporto con gli altri e con noi stessi.


Come si forma l’autostima


autostima dipende dai genitori

L’autostima si forma primariamente nelle relazioni che abbiamo nei nostri primi anni di vita, quindi con genitori o altre figure di riferimento. Si stima che i nuclei più profondi dell’autostima si creino entro i primi 3 anni di vita del bambino.

Ciò che pensiamo di noi stessi da bambini quindi è fortemente condizionato da queste persone e da come loro ci fanno sentire (“rispecchiamento”).

Se un genitore (o un’altra figura educativa) fa sentire il bambino amato incondizionatamente, quel bambino crescerà con un buon livello di autostima e di conseguenza sarà in grado di credere in sé stesso e porsi obiettivi ambiziosi.

Al contrario, un bambino che non riceve accettazione incondizionata, viene schernito per gli errori che commette (esempio nel pronunciare le sue prime parole) o per i suoi momenti di fragilità, sentirà di non essere abbastanza e crescerà con un livello basso di autostima.

Ogni bambino poi affronterà diverse fasi che lo aiuteranno a migliorare o peggiorare la sua autostima nucleare durante tutto il corso della sua vita.


Cosa può influenzare l'autostima

Come già anticipato, la nostra autostima si forma sin dai primi anni di età e viene condizionata da chi ci è accanto in questi anni fondamentali. Ci sono però altri fattori che possono influenzare l’autostima:

  • Nell'infanzia, giocheranno un ruolo importante le prime relazioni con il gruppo dei pari, con i compagni di scuola e gli insegnanti.

  • Nell'adolescenza, ci saranno le relazioni sociali, le prime relazioni amorose, le prime responsabilità e lo sviluppo dell'autonomia, a consolidare o meno il livello di autostima.

  • Nella vita adulta invece, lo saranno le relazioni professionali, sentimentali e amicali, esperienze personali vissute.

  • Eventuali malattie o problemi fisici, l’età, l’ambiente lavorativo, sono altri importanti fattori responsabili della propria autostima.

A fronte di tutti questi aspetti, si verifica in ogni persona un livello buono di autostima o agli estremi: un’alta o bassa autostima.


Autostima ipertrofica o alta

Quando si parla di autostima, spesso si collega al concetto di bassa autostima, ma c’è anche l’altro rovescio della medaglia: l’alta autostima o, come si definisce in psicologia, autostima ipertrofica.

Solitamente si pensa che avere un’alta stima di sé sia un fattore positivo, ma non lo è e come in qualsiasi ambito, bisogna trovare il giusto equilibrio.

Avere un’autostima alta non significa avere una positiva percezione di sé, al contrario si ha un’immagine personale del tutto fittizia. Per spiegarla in breve, una persona con un’eccessiva autostima vede l’immagine ideale di sé che ha creato nella sua mente ma non ciò che effettivamente corrisponde alla realtà.


Caratteristiche e conseguenze dell’autostima ipertrofica

Una persona che ha un’alta stima di sé si sente superiore agli altri ed è convinta di avere sempre ragione. Elogia i suoi pregi, sminuisce gli altri, non mostra alcuna empatia verso il prossimo, desidera essere invidiato ed è sempre alla costante ricerca dell’approvazione degli altri.

Avere un’autostima ipertrofica porta ad avere quindi cattive relazioni con gli altri perché il livello di autostima è tanto alto da diventare egoisti, eccessivamente egocentrici, narcisisti e se non si ottiene ciò che si vuole, si scaturisce in atteggiamenti di rabbia.

Spesso l’autostima ipertrofica nasconde una bassa autostima che non si desidera mostrare al mondo esterno, quindi si preferisce mascherarla con atteggiamenti altezzosi e di spavalderia.

Come avrai notato quindi, avere un’alta stima di sé non è poi così positivo, anzi bisognerebbe raggiungere un livello di autostima salutare.



Carenza di autostima: da cos’è caratterizzata


poca autostima bassa autostima donna allo specchio

hi ha una bassa autostima, ha una concezione totalmente negativa di sé, non riconosce il suo valore ed è ipercritico nei propri confronti.

In questo giudizio verso sé stessi si tendono a fare errori di valutazione perché si pone l’attenzione sulle cose sbagliate, spesso paragonandosi agli altri (ipergeneralizzazione).

Avere un buon giudizio di noi stessi e quindi un livello di autostima salutare, ci garantisce rispetto per noi stessi e una facilità nei rapporti interpersonali. Quando ciò manca e si verifica una scarsa autostima, tutti questi equilibri vengono meno, producendo effetti negativi sulla propria vita.


Segnali di bassa autostima

  • Pensieri critici e negativi verso sé stessi

  • Dubbi sulle proprie capacità che rendono indecisi e paralizzano sull’agire

  • Ricerca costante dell’accettazione degli altri

  • Linguaggio critico rivolto a sé stessi

  • Ritenersi di poco valore e poco meritevoli

  • Difficoltà nelle relazioni

  • Paura dell'insuccesso.


Test di autostima per capirne di più

È importante e naturale voler conoscere il proprio livello di autostima e un test apposito può aiutare a chiarire (almeno un po’) le idee.

Di seguito troverai alcune domande tratte da un test sull’autostima che utilizzo in terapia per aiutare i miei pazienti a prendere consapevolezza del proprio livello di autostima.

Leggi con attenzione le domande e rispondi con estrema sincerità indicando una sola risposta, quella che più corrisponde ai tuoi modi di agire e pensare.


1. Mi accetto come persona così come sono?


MAI A VOLTE SPESSO SEMPRE


2. Ho fiducia nelle mie capacità di autorealizzarmi?


MAI A VOLTE SPESSO SEMPRE


3. Merito di essere felice?


MAI A VOLTE SPESSO SEMPRE


4. Ritengo che la mia opinione sia importante quanto quella degli altri?


MAI A VOLTE SPESSO SEMPRE


5. Quando commetto un errore riesco a dirmi “sbagliare è umano”?


MAI A VOLTE SPESSO SEMPRE


Ci tengo a precisare che quelle elencate sono solo alcune domande che possono aiutarti a comprendere il tuo livello di autostima, ma non si sostituiscono a un consulto specialistico. Se vorrai condividere con me le risposte al test per dissipare tutti i dubbi sul tuo livello di autostima, puoi scrivermi qui.


Cosa comporta la bassa autostima

Persone con poca stima di sé, spesso si dimostrano indecise, hanno poca fiducia in sé e negli altri, si trovano in difficoltà dinanzi a sfide o eventi difficili da superare, cercano costantemente l’approvazione degli altri.

Tutto ciò non fa altro che diminuire di conseguenza il valore già basso che hanno di sé.

Una carenza di autostima quindi influenza ciò che la persona riesce a realizzare nella propria vita, il modo in cui fatica a gestire le relazioni. Può generare dipendenze affettive, sfociare in disturbi di alimentazione, ansia e depressione.


Autostima e depressione

La depressione è una patologia che indica l’umore di una persona cupa, triste, irascibile, che non ha energie. L’umore depresso persiste per la maggior parte della giornata o per un periodo lungo settimane, accompagnato da una perdita di interesse in cose che fino a poco tempo prima invece destavano particolare coinvolgimento.

Ma uno stato depressivo può essere collegato all’autostima?

Sì, sono fortemente connesse tra loro. Avere una bassa autostima può portare infatti a una sensazione di solitudine e a uno stato depressivo, quindi lavorare sulla propria autostima può ridurre l’insorgere della depressione.


Autostima e disturbi alimentari

Chi soffre di disturbo del comportamento alimentare (DCA) ha una percezione distorta del proprio corpo, ha un cattivo rapporto con l’alimentazione e spesso tende a darsi un valore in base al numero che vede sulla bilancia e a come si vede allo specchio.

Questa sua bassa e alterata autovalutazione, porta di conseguenza a pensieri negativi sulla percezione di sé stesso e quindi a un crollo della propria autostima.

La persona con DCA, pensa che tenere sotto controllo l’alimentazione o il peso secondo i suoi rigidi schemi, possa essere l’unico modo per sentirsi accettata e per avere un maggiore valore di sé.

Si tratta però di uno schema che può essere interrotto grazie a una terapia psicologica mirata, che non solo aiuta a ridurre l’eccessiva preoccupazione sull’alimentazione, ma anche a migliorare il livello basso di autostima.


Mancanza di autostima: cause legate al problema

I rapporti che abbiamo durante i nostri primi anni di età, pongono le basi per far sentire una persona inadatta o poco degna di ricevere amore e affetto, ma non sono gli unici responsabili della bassa autostima.

Ci sono altre cause che possono metterla alla prova e diminuirla:

  • eventi difficili da affrontare come un divorzio,

  • episodi traumatici come lutti, violenza sessuale e/o psicologica,

  • abusi domestici,

  • periodi di stress prolungato,

  • mobbing o svalutazione sul proprio posto di lavoro,

  • situazioni di abbandono,

  • episodi di bullismo.


Autostima nell’adolescenza e nell’infanzia

Quando la mancanza di autostima si verifica durante l’infanzia o l’adolescenza, portano a conseguenze differenti a seconda dell’età.

  • Un bambino che crescendo ha una bassa autostima e quindi un’immagine negativa di ciò che sta costruendo di sé, potrebbe portarlo a essere aggressivo e prepotente con gli altri. Potrebbe essere il suo modo per dimostrare le sue difficoltà e fragilità.

  • Un adolescente con bassa autostima invece, potrebbe assumere un atteggiamento differente. Potrebbe tendere a isolarsi dai coetanei, prendere brutti voti a scuola o evitare di andarci, potrebbe sviluppare dipendenze o soffrire di disturbi alimentari.


Come aumentare l’autostima nei bambini

Come già spiegato precedentemente, il bambino durante la sua infanzia costruisce la sua immagine di sé a seconda di ciò che il genitore o la sua figura di riferimento, pensano di lui.

Come può quindi una persona aumentare l’autostima dei bambini?

Con 4 semplici azioni:

  • dimostrare amore incondizionato

  • ascoltare in modo attivo

  • apprezzare l’impegno

  • spronare all’autonomia.


Dimostrare amore incondizionato

Provare amore incondizionato verso il bambino che si sta crescendo ed educando, è diverso dal saper dimostrare tutto questo amore.

A volte infatti il genitore dà per scontato che il bambino sappia quanto lo si ami e invece ciò che conta è saperlo dimostrare nel modo in cui il bambino ne ha bisogno, in modo che il figlio lo percepisca nel profondo.

Ciò che conta per lo sviluppo dell’autostima è il percepito del bambino.

Dirgli “Ti voglio bene” e poi al primo episodio in cui fa arrabbiare, dirgli invece “Mi hai fatto arrabbiare, non ti voglio bene più”, provoca nel bambino un senso di smarrimento e di inadeguatezza. Penserebbe: “Se la persona che si prende cura di me non mi vuole bene, chi mai potrebbe amarmi?”.

Per questo è importante evitare frasi di questo tipo e minacciarlo di privarlo del proprio affetto se non fa come si desidera.

Bisogna invece fargli comprendere che anche se ha rotto un vaso e stai provando rabbia in quel momento, il tuo affetto per lui non cambia. Se dimostra poca capacità in uno sport ad esempio, bisogna farlo sentire accettato ugualmente e che tu lo ami a prescindere da ciò che è capace di fare.

Tutto questo tuo amore incondizionato, lo farà sentire una persona di valore che merita amore, che verrà accettato a prescindere da chi sarà e cosa farà nella sua vita e che avrà sempre il tuo supporto.


Ascoltare in modo attivo

L’ascolto è una parte importante nel rapporto tra bambino e figura educativa. A quest’ultima spetta il compito di ascoltare attivamente il bambino e mettersi nei suoi panni, perché si senta capito a pieno e soprattutto amato.

Imparare ad ascoltare in modo attivo ed entrare in empatia col bambino, permette di comprendere ogni suo piccolo gesto e ogni sua piccola richiesta come quello di essere guardato mentre calcia un pallone o celata ad esempio dietro quello che può essere considerato un capriccio.

Dimostrando comprensione, il bambino si sente “visto”, amato e questo non fa altro che accrescere la sua autostima e l’immagine che sta creando di sé.


Apprezzare l’impegno

Quando un bambino prova a fare qualcosa, bisogna spronarlo a metterci tutto l’impegno di cui è in grado. Nel caso in cui il bambino non riesca a superare quella piccola difficoltà, non bisogna in alcun modo farlo sentire incapace, ma bisogna apprezzare l’impegno e complimentarsi con lui per averci provato.

È importante quindi far capire al bambino che conta di più l’impegno che il risultato, perché sarà più facile fargli comprendere che i suoi insuccessi non cambieranno il suo valore e che sono solo occasioni per spronarsi a dare sempre il meglio e comprendere nuove cose.

In questo modo, ogni volta che il bambino si troverà dinanzi a un qualcosa di nuovo da fare, si impegnerà al suo massimo perché si sentirà capace di poterlo affrontare anziché rinunciare a provarci.

Apprezzare l’impegno però non vuol dire lodare continuamente il bambino, perché non sempre questo ha un effetto positivo sulla sua autostima.


Un sovraccarico di complimenti può avere infatti effetti contrari:

  • il bambino può sopravvalutarsi e quindi evita di metterci troppo impegno nelle diverse situazioni perché pensa di essere già bravo;

  • scatta nel bambino la paura di deludere le aspettative delle sue figure di riferimento che lo reputano bravo in tutto.

Spronare all’autonomia

Insegnare ai bambini l’autonomia può rivelarsi un compito difficile per alcuni genitori o figure educative, e questo perché si tende a voler evitargli brutte delusioni o frustrazioni per non essere riusciti in qualcosa.

Spronare invece un bambino a fare cose in autonomia, lo farà sentire capace di avere il controllo sulle decisioni che lo coinvolgono e a superare da solo gli ostacoli che incontra lungo la sua strada.

Sostituirsi a lui nel fare qualcosa in cui non riesce, prendere decisioni per lui (che potrebbe invece prendere da solo) o correggerlo continuamente, non fa che diminuire la stima di sé e lo stimolo a provarci con tutte le sue forze.

Si dovrebbe quindi lasciarlo sperimentare da solo senza imporre la propria presenza in modo eccessivo, perché possa sviluppare la sua autonomia e di conseguenza un buon livello di autostima.


Come aumentare l’autostima nell’adolescenza


autostima e adolescenza

L’adolescenza è un periodo particolarmente delicato per ogni ragazzo e non è difficile che a quest’età abbiano poca stima di sé, perché spesso fanno i confronti con gli altri, i giudizi altrui assumono un peso sempre più importante e sono alla continua ricerca di attenzioni.

Il compito di aiutarli a migliorare l’autostima è quindi difficile ma anche importante per supportarli in questo periodo delicato della loro vita.

Come si fa quindi ad accrescere l’autostima negli adolescenti?

Con alcuni piccoli ma importanti gesti che potranno fare la differenza ad affrontare questo periodo particolare.


Ascoltare senza pregiudizi

Quando un adolescente esprime la sua opinione o racconta di una decisione che ha preso, anche se non è in linea con il tuo pensiero, ascolta senza giudicare e senza imporre il tuo punto di vista.

Ascolta invece cos’ha da dire al riguardo, qual è stato il ragionamento che l’ha portato ad agire in un certo modo e non concentrarti su quelli che a te sembrano siano degli errori che ha commesso.

Essere ascoltato senza pregiudizi, lo farà sentire accolto e si dimostrerà più propenso ad avere un confronto costruttivo con te.


Fare dei complimenti

Un adolescente è, nella maggior parte dei casi, una persona insicura sul proprio aspetto fisico. Fargli dei complimenti ogni tanto sul suo nuovo taglio di capelli o sui vestiti che indossa, può aiutarlo a diminuire quei pensieri negativi che ha sul suo corpo e a limitare un po’ la sua insicurezza.

Anche quando riesce a ottenere un buon risultato o ha tentato in qualcosa ma non è riuscito, un complimento sullo sforzo che ha compiuto sarà un buon stimolo per invitarlo a non arrendersi davanti alle difficoltà (stimolando la sua autoefficacia) e percepirà che tu sarai sempre lì a supportarlo nonostante gli insuccessi.


Dimostrare interesse nei suoi confronti

Spesso quando i bambini diventano adolescenti, chi li accompagna lungo la loro crescita, pensa che siano grandi abbastanza per ricevere tutte le attenzioni che ricevevano da piccoli.

È vero che sono cresciuti, ma un adolescente desidera ugualmente le attenzioni di un genitore o di chi si prende cura di lui.

Dimostrare quindi interesse per i suoi hobby, lo sport o il libro preferito, la canzone che ascolta di continuo o delle sue giornate in generale, lo fa sentire ancora importante per te nonostante non sia più un bambino.


Chiedergli aiuto o un consiglio

Domandargli un parere sulla nuova tinta da dare alle pareti di casa, sul colore che ti sta meglio addosso, ad esempio, lo aiuteranno a sentirsi coinvolto nelle tue scelte.

Chiedergli una mano ad apparecchiare la tavola o mandarlo in posta a pagare la bolletta, lo faranno sentire utile e coinvolto nelle attività della casa.


Altri gesti che possono aiutarlo ad accrescere la sua autostima sono:

  • evitare paragoni con i suoi amici o fratelli/sorelle

  • ascoltare le sue opinioni su argomenti “da grandi” (sulla politica o l’ambiente, ad esempio)

  • smettere di trattarlo come un bambino, per dimostrare che hai fiducia in lui e nelle sue azioni

  • rispettare la sua privacy

  • evitare di fare battute su alcuni aspetti del suo fisico o del suo carattere

  • sostenerlo a raggiungere un suo obiettivo.


Training e autostima


autostima come aumentarla

Che si tratti di aumentare l’autostima di un bambino, di un adolescente o farlo per sé stessi, ci si può lavorare affidandosi alla psicoterapia che agisce tramite training specifici:

  • training dell’assertività

  • training dell’autostima

  • schema therapy per aumentare il senso di sicurezza e valore personale

  • metodo EMDR per superare blocchi emotivi derivanti da esperienze passate non elaborate

  • problem solving e decision making.


Vuoi intraprendere con me un percorso per migliorare la tua autostima?

Possiamo lavorare insieme e migliorare la tua autostima grazie al metodo EMDR e alla terapia cognitivo comportamentale.

Recentemente ho introdotto anche innovative modalità terapeutiche che, se vorrai, potrai utilizzare per potenziare e velocizzare il tuo percorso.


Puoi chiedermi più informazioni o prenotare la tua prima consulenza in studio a Milano oppure online:





Se invece sei un genitore che si è reso conto di avere un figlio con bassa autostima e vuole conoscere come aiutarlo per accrescerla, posso aiutarti con il sostegno alla genitorialità.


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Per domande o ulteriori informazioni contattami o commenta il post qui sotto, sarò felice di risponderti.


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Zaira Salemi

Psicologa Psicoterapeuta

A Milano e Online











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