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Cos’è la vigoressia (o bigoressia): definizione di dismorfia muscolare


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La vigoressia, detta anche bigoressia o disturbo muscolare, è un disturbo psicologico in cui la percezione del proprio corpo è distorta: anche chi è già muscoloso si sente insufficiente. Chi soffre di questo problema spesso cerca supporto da uno psicologo esperto in vigoressia a Milano per ritrovare equilibrio e benessere.

Andrea ha 28 anni e all’inizio frequentava la palestra per passione e salute. Con il tempo, però, l’allenamento è diventato un’ossessione: ore infinite in palestra, dieta rigidissima, controllo costante del corpo. Anche se gli amici lo descrivono come muscoloso, lui si percepisce sempre “troppo magro” e insoddisfatto. Questo esempio mostra come la vigoressia possa trasformare una passione per il fitness in un disturbo psicologico complesso, influenzando umore, relazioni e qualità della vita.

 

Introduzione – la storia di Andrea

Andrea ha 28 anni e non salta mai un allenamento. All’inizio la palestra era un modo per sfogarsi, prendersi cura di sé e sentirsi meglio dopo una giornata di lavoro. Col tempo, però, qualcosa è cambiato: se non riesce ad allenarsi, si sente in colpa. Nonostante i suoi amici lo descrivano come “in forma” e “muscoloso”, Andrea continua a vedersi troppo magro, mai abbastanza definito. Così aumenta le ore di esercizio, controlla ogni dettaglio della sua alimentazione, pensa di provare integratori più forti. Dentro di sé resta però un senso di insoddisfazione costante.

Molte persone vivono una situazione simile a quella di Andrea, ma spesso non sanno darle un nome. Si può pensare che sia solo passione per lo sport o dedizione al fisico, ma quando la ricerca del corpo perfetto diventa un’ossessione che limita la libertà, la socialità e la serenità, allora parliamo di vigoressia (detta anche bigoressia, dismorfia muscolare o “anoressia inversa”).

La vigoressia non è una “fissazione da vanitosi”, ma un vero e proprio disturbo psicologico, che merita ascolto, comprensione e – se necessario – un supporto terapeutico. Questo articolo nasce per fare chiarezza, spiegare cosa sia davvero la vigoressia, come riconoscerla e quali percorsi possano aiutare a uscirne.


Che cos’è la vigoressia: significato del termine


La parola vigoressia deriva dall’unione di “vigore” e “-essia” (dal greco orexis, desiderio), e indica il desiderio ossessivo di aumentare la forza e la massa muscolare. In ambito clinico si parla anche di dismorfia muscolare, cioè una percezione distorta del proprio corpo: chi soffre di vigoressia si vede troppo magro o poco sviluppato, anche quando agli occhi degli altri appare già muscoloso e in forma.

È importante sottolineare che non si tratta semplicemente di voler migliorare il proprio fisico o di dedicarsi con costanza allo sport: nella vigoressia l’allenamento, la dieta e il controllo dell’aspetto diventano pensieri dominanti, capaci di influenzare l’umore, le relazioni sociali e la qualità della vita.


Perché si parla anche di bigoressia o dismorfia muscolare o anoressia inversa


La vigoressia è conosciuta anche con altri nomi:

·        Bigoressia: termine molto usato in ambito divulgativo e giornalistico, sinonimo di vigoressia.

·        Dismorfia muscolare (muscle dysmorphia): definizione più tecnica, utilizzata in ambito psicologico e medico, riconosciuta dal DSM-5 come sottotipo del disturbo da dismorfismo corporeo.

·        Anoressia inversa o complesso di Adone: espressioni meno formali, ma diffuse per descrivere la stessa condizione. In questo caso si sottolinea il paradosso: mentre l’anoressia porta a vedersi “troppo grassi” nonostante la magrezza, la vigoressia porta a vedersi “troppo magri” nonostante la muscolatura sviluppata.

Usare sinonimi diversi può generare confusione, ma aiuta a capire un aspetto importante: questo disturbo è riconosciuto e discusso da più prospettive, dal linguaggio comune a quello scientifico.


Differenza tra passione per il fitness e disturbo psicologico


Allenarsi con costanza, curare l’alimentazione e avere obiettivi di forma fisica non significa avere la vigoressia. La differenza sta nel grado di flessibilità:

·        chi vive il fitness in modo sano riesce a trovare un equilibrio con le altre aree della vita (relazioni, lavoro, svago),

·        chi soffre di vigoressia, invece, vive l’allenamento e l’alimentazione in modo rigido, totalizzante, accompagnato da insoddisfazione cronica.

Il confine è sottile ma decisivo: mentre la passione per lo sport porta benessere, la vigoressia genera stress, isolamento e sofferenza psicologica.


Vigoressia e anoressia inversa: quali sono le differenze


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Anoressia inversa e complesso di Adone: cosa significano


L’espressione anoressia inversa nasce per sottolineare la somiglianza e al tempo stesso l’opposto dell’anoressia nervosa.

·        Nella anoressia classica, la persona si percepisce in sovrappeso anche quando è sottopeso, e mette in atto comportamenti estremi per dimagrire.

·        Nella anoressia inversa, invece, la persona si vede troppo magra e fragile anche quando ha un corpo muscoloso, e tende a passare ore in palestra o a controllare rigidamente la dieta per aumentare massa muscolare.

Il termine complesso di Adone richiama invece la figura mitologica di Adone, simbolo di bellezza e perfezione fisica: chi soffre di vigoressia è spinto da un bisogno continuo di avvicinarsi a quell’ideale estetico.


Perché vigoressia e anoressia hanno radici simili ma manifestazioni opposte


A prima vista possono sembrare due disturbi lontanissimi: uno spinge a dimagrire, l’altro a diventare sempre più muscolosi. In realtà condividono radici comuni:

·        una percezione distorta del proprio corpo,

·        bassa autostima,

·        pensieri ossessivi legati all’aspetto fisico,

·        forte influenza dei modelli culturali e sociali.

La differenza sta nella direzione dell’insoddisfazione: chi soffre di anoressia teme di “avere troppo”, chi soffre di vigoressia teme di “non avere abbastanza”. In entrambi i casi, il corpo viene vissuto come inadeguato, mai all’altezza, generando comportamenti estremi e sofferenza interiore.




Sintomi della vigoressia: come riconoscere la dismorfia muscolare


Segnali comportamentali (allenamento compulsivo, controllo allo specchio)

Uno dei sintomi più evidenti della vigoressia è l’allenamento compulsivo: la persona trascorre molte ore in palestra, spesso sacrificando lavoro, studio, tempo libero o relazioni. Saltare un allenamento provoca forte senso di colpa e ansia.Un altro segnale è il controllo frequente davanti allo specchio, alla bilancia o con il metro: il corpo diventa oggetto di monitoraggio continuo, alla ricerca di difetti da correggere o muscoli da sviluppare.


Sintomi psicologici (bassa autostima, ansia, insoddisfazione corporea)

Alla base della vigoressia c’è quasi sempre un vissuto di bassa autostima e di costante insoddisfazione corporea.

·        Anche con un fisico allenato, la persona si percepisce debole, minuta, “non abbastanza”.

·        Cresce l’ansia sociale: la paura del giudizio porta a evitare situazioni in cui il corpo potrebbe essere messo a confronto con quello degli altri.

·        Aumentano pensieri ossessivi e intrusivi legati all’aspetto fisico, difficili da controllare.


Sintomi fisici (stanchezza, infortuni, uso eccessivo di integratori)

Col tempo, la ricerca incessante del “corpo perfetto” porta a conseguenze fisiche visibili:

·        stanchezza cronica e infortuni dovuti a un allenamento eccessivo,

·        rigidità nell’alimentazione, con possibili squilibri nutrizionali,

·        ricorso frequente a integratori o steroidi anabolizzanti, con rischi seri per la salute.

La combinazione di questi segnali – comportamentali, psicologici e fisici – fa capire che non si tratta più di semplice passione per lo sport, ma di un disturbo che merita attenzione e supporto professionale.


Cause della vigoressia: perché nasce l’ossessione per il corpo muscoloso


Fattori psicologici (autostima, attaccamento, esperienze di vita)


Alla base della vigoressia c’è quasi sempre una fragilità dell’autostima. Il corpo muscoloso diventa un modo per compensare sentimenti di inadeguatezza, vergogna o insicurezza.

·        In alcuni casi, le radici si trovano nel sistema di attaccamento familiare: chi non si è sentito visto, accudito o valorizzato nell’infanzia può sviluppare la convinzione di “non valere abbastanza” e cercare nell’aspetto fisico la prova tangibile del proprio valore.

·        Altri fattori possono essere traumi infantili o adolescenziali, come prese in giro sul corpo, episodi di bullismo, povertà o esperienze di esclusione sociale. Il corpo forte e muscoloso diventa allora una sorta di “armatura” contro la vulnerabilità e la paura di essere nuovamente feriti.

·        Anche il peso delle responsabilità precoci o l’idea di non poter sbagliare mai possono alimentare un perfezionismo che si riversa sul corpo: allenarsi senza tregua diventa un modo per controllare almeno un’area della vita.

In sintesi, il corpo non è solo un corpo: diventa simbolo di riscatto, sicurezza e protezione, un modo per colmare vuoti emotivi più profondi.


Fattori sociali e culturali (modelli estetici, pressione dei media)

Viviamo in una società che esalta il corpo scolpito come sinonimo di successo, forza e desiderabilità. Sui social, nelle pubblicità e perfino nello sport amatoriale, i modelli estetici maschili e femminili sono sempre più irraggiungibili.Per chi ha già una vulnerabilità psicologica, questo bombardamento di immagini può rafforzare l’idea che il proprio corpo non sia mai abbastanza, alimentando pensieri ossessivi e comportamenti estremi.


Fattori biologici e genetici (predisposizione ai disturbi ossessivi)

Infine, la vigoressia può essere favorita da una predisposizione individuale a sviluppare disturbi ossessivo-compulsivi o ansiosi. Non si tratta mai di una sola causa, ma di una combinazione: vulnerabilità personali, esperienze di vita e pressione sociale si intrecciano fino a far emergere il disturbo.


Conseguenze della vigoressia su corpo e mente


La vigoressia non è solo un’ossessione estetica: influisce profondamente sia sulla salute fisica sia sul benessere psicologico e sociale. Ecco i principali effetti:

·        Affaticamento e infortuni muscolari L’allenamento eccessivo e senza pause può portare a dolori cronici, infiammazioni e microlesioni muscolari. Il corpo viene spinto oltre i limiti, aumentando il rischio di infortuni anche seri.

·        Squilibri nutrizionali e problemi fisici La dieta rigidamente controllata o l’uso di integratori e steroidi possono creare carenze nutritive, problemi digestivi, squilibri ormonali e alterazioni del metabolismo.

·        Ansia e stress cronico La preoccupazione costante per l’aspetto fisico genera tensione mentale: saltare un allenamento o non seguire la dieta come previsto provoca senso di colpa, frustrazione e stress continuo.

·        Bassa autostima e insoddisfazione permanente Nonostante gli altri vedano un corpo muscoloso e in forma, la persona continua a percepirsi “inadeguata”. Questo mantiene un circolo vizioso di insoddisfazione e perfezionismo.

·        Isolamento sociale La rigidità nelle routine, l’ansia legata al corpo e la priorità data all’allenamento possono ridurre il tempo per amici, famiglia o hobby. Si crea un senso di isolamento e distacco dalle relazioni.

·        Rischi legati all’uso di sostanze Steroidi anabolizzanti e alcuni integratori, assunti per accelerare lo sviluppo muscolare, possono avere effetti collaterali importanti: alterazioni dell’umore, irritabilità, problemi cardiovascolari e danni epatici.

·        Compromissione della qualità della vita Tra pensieri ossessivi, allenamenti compulsivi e attenzione costante all’alimentazione, la vita quotidiana diventa rigidamente strutturata. L’equilibrio tra lavoro, relazioni, svago e cura di sé viene compromesso.




Vigoressia e palestra: quando l’allenamento diventa un’ossessione


Per chi soffre di vigoressia, la palestra non è più un luogo di benessere o svago: diventa un obbligo, un dovere da rispettare a tutti i costi. Andrea, ad esempio, iniziava la sua giornata con una sessione di pesi di un’ora, ma con il tempo questa durata è raddoppiata e, nei giorni in cui non poteva allenarsi, il senso di colpa e frustrazione prendeva il sopravvento.

La linea tra disciplina sportiva e ossessione è sottile: allenarsi con costanza fa bene, ma quando l’attività fisica diventa rigida, e il corpo controllato ossessivamente, allora l’allenamento si trasforma in un comportamento compulsivo. Questo porta a:

·        trascurare lavoro, studio o relazioni sociali;

·        pianificare ogni momento della giornata intorno alla palestra;

·        sperimentare ansia o nervosismo se si salta un allenamento;

·        aumentare il rischio di infortuni muscolari e articolari, perché il corpo non ha più tempi di recupero.

Un altro aspetto critico è la percezione soggettiva del risultato: Andrea vedeva ogni piccolo progresso come insufficiente, mentre eventuali pause o giorni di riposo erano vissuti come fallimenti. Questo circolo vizioso, comune a chi soffre di vigoressia, aumenta l’ansia e rafforza la convinzione che il corpo sia sempre “inadeguato”.

Infine, la pressione di raggiungere risultati visibili spesso spinge all’uso di integratori o sostanze potenzialmente dannose, con conseguenze fisiche e psicologiche che peggiorano il benessere generale.

In sintesi, la palestra, che dovrebbe essere uno strumento di salute, diventa un luogo simbolico dell’ossessione, un contesto dove il controllo e la perfezione del corpo dominano ogni pensiero, ogni azione e ogni emozione.


Uso di steroidi e integratori nella vigoressia: rischi e pericoli


Per accelerare la crescita muscolare, alcune persone con vigoressia ricorrono a steroidi anabolizzanti o integratori. Queste sostanze possono dare risultati visibili in breve tempo, ma comportano rischi importanti per la salute: alterazioni ormonali, problemi cardiaci, danni al fegato e cambiamenti dell’umore.

Anche gli integratori, se assunti in modo eccessivo o non controllato, possono generare squilibri nutrizionali e sovraccarico per il corpo.

È importante comprendere che il vero cambiamento non passa solo dal fisico, ma da un percorso che integri corpo, mente ed equilibrio emotivo, evitando scorciatoie pericolose.


Test orientativo: come capire se soffri di vigoressia o anoressia inversa


Riconoscere la vigoressia non è semplice, perché chi ne soffre spesso non percepisce la gravità dei propri comportamenti. La diagnosi ufficiale spetta a psicologi o psichiatri, ma questo mini test può aiutarti a riflettere su eventuali segnali di allarme.

Mini test orientativo (10 domande)Rispondi “Sì” o “No” a ciascuna domanda:

1.     Passi molte ore in palestra o ad allenarti, anche a discapito di lavoro, studio o relazioni?

2.     Ti senti in colpa o ansioso se salti un allenamento?

3.     Controlli frequentemente il tuo corpo allo specchio o con il metro?

4.     Sei spesso insoddisfatto del tuo fisico, anche quando gli altri ti dicono che sei in forma?

5.     Segui una dieta rigidissima o programmi alimentari molto restrittivi?

6.     Ti confronti costantemente con il corpo degli altri, sentendoti “mai abbastanza”?

7.     Hai provato o stai usando integratori o steroidi per aumentare i muscoli?

8.     L’allenamento e l’alimentazione dominano i tuoi pensieri per gran parte della giornata?

9.     Ti senti ansioso o irritabile quando non puoi allenarti o seguire la dieta?

10.  Le tue abitudini legate al corpo ti hanno portato a isolarti socialmente?

Interpretazione orientativa:

·        0–2 risposte “Sì”: probabilmente sei in una fase di attenzione sul corpo, cerca di alleggerire il controllo su cibo e allenamento e di accettarti, vali già così come sei.

·        3 o più risposte “Sì”: può essere utile iniziare a cercare aiuto prima che la situazione diventi più grave. Più a lungo si mantengono comportamenti ossessivi e schemi mentali rigidi, più diventa difficile uscire da questi meccanismi e ristabilire equilibrio tra corpo, mente e vita quotidiana.



Come curare la vigoressia: psicoterapia e percorsi di guarigione


psicologo vigoressia Milano

Superare la vigoressia è possibile, ma richiede consapevolezza, supporto professionale e un percorso strutturato. La chiave è lavorare contemporaneamente sul corpo e sulla mente, rompendo i circoli ossessivi e ristabilendo equilibrio emotivo e sociale.




Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT)

La CBT è considerata il trattamento più efficace per la vigoressia.

·        Aiuta a identificare i pensieri ossessivi legati al corpo e all’alimentazione.

·        Favorisce la modifica dei comportamenti compulsivi, come l’allenamento eccessivo o la dieta rigida.

·        Permette di sviluppare strategie di gestione dell’ansia e di autovalutazione più equilibrata.


EMDR e altre terapie per l’elaborazione dei traumi

Per chi ha vissuto esperienze traumatiche nell’infanzia o adolescenza, come prese in giro, bullismo, traumi relazionali o pressione eccessiva, l’EMDR può essere utile per:

·        Ridurre l’intensità dei ricordi dolorosi.

·        Spezzare l’associazione tra insicurezza e bisogno di perfezione fisica.

·        Migliorare l’autostima e la percezione del corpo.


Supporto multidisciplinare

Un approccio integrato può includere:

·        Psicologo o psicoterapeuta per il sostegno mentale.

·        Medico o nutrizionista per gestire alimentazione, integratori e salute fisica.

·        Trainer consapevole che conosca i rischi della vigoressia e sappia modulare l’allenamento.


Strategie pratiche quotidiane

Oltre alla terapia, alcune strategie aiutano a interrompere i circoli ossessivi:

·        Imparare a prendere pause dal controllo del corpo, ad esempio evitando il monitoraggio continuo allo specchio.

·        Riconoscere i pensieri ossessivi e sostituirli con azioni concrete e piacevoli (hobby, relazioni, svago).

·        Condividere le proprie difficoltà con persone fidate o gruppi di supporto.

·        Stabilire obiettivi realistici per allenamento e alimentazione, senza ricercare la perfezione.


Con un percorso strutturato, costanza e supporto, è possibile rompere i meccanismi ossessivi, ritrovare equilibrio tra corpo e mente e vivere con serenità senza l’ossessione del fisico perfetto.


Conclusioni: riconoscere la vigoressia e chiedere aiuto


La vigoressia è un disturbo serio, ma non sei solo/a. Riconoscere i segnali, come ossessione per l’allenamento, insoddisfazione costante del corpo o rigidità alimentare, è il primo passo per ritrovare equilibrio e benessere.

Se ti rispecchi in questi sintomi, è importante chiedere supporto a un professionista. Uno psicologo specializzato in vigoressia a Milano può aiutarti a:

·        comprendere le radici psicologiche del disturbo,

·        interrompere i comportamenti ossessivi,

·        ritrovare un rapporto sano con il corpo e con la vita quotidiana.

Non aspettare che la situazione peggiori: più a lungo si mantengono schemi mentali rigidi e ossessivi, più diventa difficile uscire dai circoli viziosi. Con l’aiuto giusto, però, è possibile recuperare serenità, autostima e libertà, vivendo il corpo come alleato, non come fonte di ansia.

Prenota un primo appuntamento con uno psicologo esperto in vigoressia a Milano per ricevere supporto personalizzato e iniziare un percorso di guarigione sicuro e concreto.

 

 



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Zaira Salemi

Psicologa Psicoterapeuta

Metodo EMDR e Approccio Cognitivo Comportamentale

In presenza e online

 
 
 

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Dr.ssa Zaira Salemi
Psicologa Psicoterapeuta
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